lunedì 28 dicembre 2015

la leggenda del pettirosso e dell'abete

Si racconta oggi, come si racconta da molto tempo, di quando gli alberi non perdevano mai le foglie e restavano verdi per tutto l'inverno.
A quel tempo durante i mesi invernali, soffiava il Vento Freddo e il Signore del Gelo vestiva la Foresta di neve e ghiaccio. Tutti gli uccelli soffrivano il gran gelo e volavano lontano, per tornare cantando solo al risveglio della Primavera.
La Foresta Verde restava fredda e silenziosa. 

Al principio dell'ultimo inverno verde, quando arrivò il primo Vento Freddo e gli uccelli iniziavano a volare lontano, uno stormo di pettirossi di passaggio si fermò a riposare tra gli alberi della Foresta Verde.
Uno di quei pettirossi aveva un'ala ferita e non riuscì a volare via con i suoi compagni. Si ritrovò solo nel gran gelo. Era senza un nido, non poteva volare e non trovava cibo sulla terra ricoperta di neve.
Il pettirosso chiese allora aiuto agli alberi della Foresta. La grande Quercia, la bella Betulla e il solitamente gentile Salice negarono rifugio al piccolo uccello. L'Abete invece offrì all'uccellino il sugo ramo più forte come casa. Il Pino li riparò dal Vento Freddo e il piccolo Ginepro offrì le sue bacche come cibo per il pettirosso ferito.

Il Signore del Gelo aveva osservato attentamente il comportamento degli alberi della Foresta e volle punire quelli inospitali e premiare quelli generosi. Così ordinò al Vento Freddo di soffiare più forte tra i rami della Quercia, della Betulla e del Salice, facendo loro perdere tutte le foglie, ma di essere sempre gentile con l'Abete, il Pino e il Ginepro, che da allora fino ad oggi sono sempreverdi.

E da allora fino ad oggi, durante il freddo inverno, il pettirosso si nasconde e canta tra i rami degli abeti della Foresta. Ogni tanto anche tra i rami degli abeti decorati per le feste nelle case.

(da un racconto popolare scozzese)

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